Partendo
da questo nucleo iniziale, dopo aver acquistato un gruppo
di altre vecchie case del villaggio, ha incominciato
a ristrutturarle nell’intento di riportarle
a nuova vita.
Del progetto Nex diceva:
«Voglio farne un residence, con annesso
ristorante, d'una poverissima eleganza, che non
sia, però, chiuso in sé stesso,
ma si apra verso la Valle per farla conoscere
ed apprezzare. Il villaggio, in futuro, potrà
diventare un piccolo centro culturale della storia
valdostana, in cui oltre al turismo sciistico
siano riscoperti la storia e la tradizione di
questa regione. Questo progetto è l'ultimo
sussulto di uno che, tutto sommato, ammette la
sua sconfitta: non sono infatti mai riuscito ad
entrare in maniera attiva nella storia della Valle.
Avrei voluto fare di più e di meglio per
la mia terra. Il progetto "Les Toits de
Rovarey" vorrebbe, infatti, essere un
piccolo esempio di come si potrebbe condurre il
turismo in Valle d’Aosta.
È prevista, anche, la realizzazione di
un piccolo museo degli oggetti d'uso quotidiano
ritrovati in queste case. In questo modo vorrei
tentare una rivalorizzazione di quello che i valdostani
sono stati in passato. Un museo che rappresenta
il mio personale ringraziamento a quelli che hanno
abitato qui prima di me ed a tutti i protagonisti
della piccola storia alla quale sono legato. Questa,
d’altronde, altro non è che la storia
di coloro che, come mio padre, sono emigrati,
degli accidenti delle loro povertà, del
loro desiderio disperato di riuscire a fare qualcosa».
I lavori di ristrutturazione di una prima
parte del borgo sono terminati. Una seconda parte è quasi terminata ma i lavori sono stati interrotti a
causa della morte del pittore.
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